Le più belle fiabe dei fratelli Grimm
Fratelli Grimm (Pagina 2)
28Fratellino e sorellina
Il fratellino prese la sorellina per mano e disse: Da quando è morta la mamma, non abbiamo più avuto un'ora di bene: la matrigna ci picchia ogni giorno e quando andiamo da lei ci caccia a pedate. I tozzi di pane raffermo sono il nostro cibo, e il cagnolino sotto la tavola sta meglio di noi: a lui getta ogni tanto qualcosa di buono. Dio mio, se lo sapesse la nostra mamma! Vieni, ce ne andremo insieme per il mondo. Camminarono tutto il giorno attraverso prati, campi, sentieri sassosi, e, mentre pioveva, la sorellina disse: Dio e i nostri cuori piangono insieme. La sera giunsero in un gran bosco,Legga la fiaba →
33La serpe bianca
C'era una volta un re potente e saggio che ogni giorno, a pranzo, quando la tavola era sparecchiata e non c'era più nessuno, si faceva portare ancora un piatto, coperto, da uno dei suoi servi più fedeli. Solamente lui ne mangiava, poi lo richiudeva, e nessuno sapeva che cosa vi fosse dentro. Un giorno avvenne che il servo, quando il re gli diede il piatto da portare via, non seppe resistere alla tentazione, lo portò nella propria camera, lo aprì e vi trovò dentro una serpe bianca. Vedendola gli venne una tale voglia di mangiarne che non pot‚ trattenersi: ne tagliò un pezzetto e se lo mangiò. MLegga la fiaba → 34Lo strano violinista
C'era una volta uno strano violinista, che se ne andava solo solo per un bosco, e pensava a questo e a quello; e quando la sua mente non ebbe ove posarsi, disse fra sé: Mi annoio molto qui nel bosco, voglio cercarmi un buon compagno. Si tolse di dosso il violino e si mise a sonare, sicché il suono si diffuse fra gli alberi. Poco dopo, ecco venire un lupo, trottando per la boscaglia. Ah, viene un lupo! quello non lo desidero proprio, disse il violinista. Ma il lupo si avvicinò e gli disse: Oh, caro violinista! come suoni bene! vorrei imparare anch'io. - È presto fatto, gli rispose il violinistaLegga la fiaba → 37La casa nel bosco
Un povero taglialegna viveva con la moglie e tre figlie in una piccola capanna ai margini di un bosco solitario. Una mattina, mentre stava per andare al suo lavoro, disse a sua moglie: Che il mio cena essere portato nella foresta a me da mia figlia maggiore, o sarò mai ottenere il mio lavoro fatto, e in modo che non possa perdere la sua strada , ha aggiunto, Io prenderò un sacchetto di miglio con me e spargere i semi sulla strada. Quando, dunque, il sole era appena sopra il centro della foresta, la ragazza di cui per la sua strada con un piatto di minestra, ma il campo-passeri e legno-passeri,Legga la fiaba → 40Il tavolino magico, l'asino d'oro e il randello castigamatti
C'era una volta un sarto che aveva tre figli e una sola capra. Siccome questa doveva nutrirli tutti e tre con il suo latte, il sarto voleva che le si desse della buona erba e che, ogni giorno, la si conducesse al pascolo. Così i figli la portavano a pascolare a turno. Il maggiore la portò al camposanto, dove c'era l'erba più bella, e la lasciò scorrazzare liberamente. La sera, venuta l'ora del ritorno, domandò: -Capra, hai mangiato a sazietà?-. La capra rispose:-Ho mangiato a sazietà, neppure se ne avessi voglia potrei farci stare una foglia: bèee! bèee!--Allora andiamo a casa- disse il giovanLegga la fiaba → 46Il ginepro
Molto tempo fa, saran duemila anni, c'era un ricco che aveva una moglie bella e pia; si volevano molto bene, ma non avevano bambini. Essi li desideravano tanto ma, per quanto la donna pregasse il buon Dio giorno e notte, i figli non venivano mai. Davanti alla loro casa, in cortile, c'era un pianta di ginepro. Un giorno, d'inverno, la donna sedeva sotto il ginepro intenta a sbucciarsi una mela e, sbucciandola, si tagliò un dito, e il sangue cadde sulla neve. -Ah- disse la donna sospirando e, tutta mesta, guardava quel sangue -avessi un bambino rosso come il sangue e bianco come la neve!- Come eLegga la fiaba → 50Il re Bazza di Tordo
Un re aveva una figlia di straordinaria bellezza, ma molto altera e sdegnosa, sicché‚ nessun pretendente le pareva degno di lei, ed ella li respingeva l'uno dopo l'altro, deridendoli per giunta. Una volta il re ordinò una gran festa e invitò quanti desiderassero ammogliarsi. I pretendenti furono messi in fila secondo il grado e il ceto: prima i re, poi i duchi, i principi, i conti e i baroni, e infine i nobili. La principessa fu condotta fra di loro, ma a ciascuno trovava qualcosa da ridire: questo era troppo grasso: -Che botte!- esclamava; quello era troppo lungo: -Lungo, lungo, alto fin là,Legga la fiaba →